Blasphemy City

Antonio si cala in una riflessione sul Covid-19 e sugli effetti che ha avuto sulla società, con una breve digressione sulla sua ditta che è stato costretto a chiudere.

Un altro excursus sulla società e sugli scolari che non avranno grande futuro. In un climax di rabbia inevitabile, dopo nove ore di lavoro, Antonio si divincola tra gli autobus e i genitori che portano a scuola i loro figli.

Antonio sfoga la sua rabbia in un excursus sulla società e sugli atteggiamenti scorretti che gli automobilisti tengono in strada

[ ! Avviso picchi di volume] Automobilisti incompetenti sorpassano Antonio stringendolo in curva, la goccia che farà traboccare il vaso di pandora.

Per aiutare un vecchio amico, il nostro amato Antonio, trasportatore per eccellenza, si ritrova in un paese sconosciuto aprendo così un forbito dialogo immaginario con i programmatori del suo navigatore.

Finalmente è arrivato il tanto agognato pacco che aveva ordinato tempo fa ma una terribile sorpresa lo aspetta, l'oggetto non rispecchia ciò che aveva richiesto. Da qui scaturiscono i turpiloqui nei confronti del venditore.

Infuriato con gli addetti alla manutenzione stradale per la loro inefficienza, si divincola nel traffico cercando di raggiungere il rimorchio da trasportare.

Nonostante i molteplici esercizi fisici Antonio non riesce a buttare giù il peso in eccesso e così decide di andare periodicamente in palestra dove fa un incontro spiacevole.